Ai ed etica che vanno a braccetto? Ambizioso, ma non impossibile

Il progetto SOLARIS insegna a usare l'AI in modo consapevole

Un progetto europeo che comprende diversi partner internazionali e che ha come obiettivo un utilizzo etico e positivo dell’Intelligenza artificiale. Angelo Tumminelli, ricercatore in Filosofia morale presso il Dipartimento di Scienze Umane dell'Università LUMSA, Calogero Caltagirone, professore di Filosofia Morale presso l’Università LUMSA e Team Coordinator di SOLARIS per la LUMSA e Federica Russo, professoressa di Filosofia ed Etica delle tecnoscienze presso la Utrecht University e Coordinatore generale di SOLARIS hanno spiegato perché un rapporto costruttivo con l’AI sia possibile e la roadmap per realizzarlo.

Professor Tumminelli, come potrebbe sintetizzare il Progetto SOLARIS e quali sono i suoi obiettivi?

SOLARIS è un progetto europeo che comprende diversi partner internazionali, agenzie di stampa come l'Ansa, ad esempio, vari atenei europei e anche istituzioni diplomatiche, come nel caso dell'ambasciata dell'Albania. Quindi si tratta di un consorzio trasversale sia da un punto di vista disciplinare, sia da un punto di vista istituzionale. Si tratta di un progetto che ha come scopo quello di analizzare e studiare gli effetti a livello geopolitico ma anche a livello dell'esercizio di una cittadinanza digitale, delle tecnologie digitali, in modo particolare dell'intelligenza artificiale generativa (GAN, Generative Adversarial Network). Si tratta chiaramente di un tipo di intelligenza artificiale estremamente innovativa e sempre più pervasiva nelle vite e nelle modalità operative con cui compiamo le nostre azioni quotidiane. Quindi, il progetto SOLARIS intende analizzare gli effetti dell'uso dell'intelligenza artificiale generativa a livello sia geopolitico e nel rapporto tra gli Stati, ma anche al fine dell'esercizio di una cittadinanza digitale responsabile.

Come si impara a usare in modo positivo l’Intelligenza Artificiale?
Bisogna anzitutto premettere che l'intelligenza artificiale è l'esito di un'evoluzione ibrida tra essere umano e tecnica. Non è estrinseca all'evoluzione umana, ma ne è l'ultimo tassello. Come filosofo e antropologo, metto a disposizione le mie competenze per questo progetto interdisciplinare. L'intelligenza artificiale generativa appartiene all'evoluzione umana e può essere utilizzata per promuovere l'umanità o distruggerla. Questo strumento può favorire la fioritura dell'umano o condurre alla perdita dell'identità. Occorre quindi prudenza nell'uso dell'intelligenza artificiale per far fiorire la nostra umanità. Le istituzioni, le scuole e le università hanno un ruolo cruciale nell'educazione digitale. È fondamentale il ruolo dell'università nella formazione dei futuri professionisti. Il long life learning, una formazione permanente, deve coinvolgere ogni ambito professionale. Ogni istituzione deve formare i propri operatori per una cittadinanza digitale responsabile. È necessaria una cooperazione tra scuole, università ed enti professionali per un uso positivo ed etico dell'intelligenza artificiale.

Professor Caltagirone, come il mondo accademico e imprenditoriale possono contribuire a un corretto utilizzo dell’AI?
Per quanto riguarda l’università, dal momento che la tecnologia non è neutrale, le scelte fatte nella creazione dei vari artefatti tecnologici hanno implicazioni sociali, culturali, politiche e istituzionali. È necessario elaborare un orizzonte etico comune e condiviso come riferimento per tutti gli attori nel settore delle tecnologie. L’obiettivo è individuare, sviluppare e applicare i migliori strumenti per identificare le problematiche etiche correlate allo sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, in particolare al loro uso distorto che influenza visioni e comportamenti. Il ruolo dell’Università, come luogo di ricerca, didattica e terza missione, è strategico per sviluppare una riflessione meta-etica sulla tecnologia. Questa riflessione deve correlare le etiche applicate ai diversi ambiti tecnologici, ispirando convinzioni, atteggiamenti e prassi rispettosi della dignità umana in qualsiasi condizione ed età.

E le imprese?
Lo sviluppo massivo delle tecnologie sta determinando nuove soluzioni per affrontare le sfide sociali e ambientali, migliorando significativamente la vita personale e collettiva delle persone. Le tecnologie, come agenti di innovazione, si configurano come strumenti di processo che portano all'elaborazione di nuove idee, strumenti o metodi per promuovere il bene comune. Questo si concretizza nelle pratiche della vita, come la predisposizione di modi nuovi ed efficienti di trasformazione della realtà materiale, la creazione di regole e sanzioni formalizzate nei dispositivi legislativi, e l'identificazione di valori sociali condivisi tramite nuove pratiche. L’imprenditoria profit e no profit ha un ruolo specifico, non solo nella costruzione e implementazione di prodotti, ma anche nel creare le condizioni per istituzioni, organizzazioni e servizi orientati a promuovere inclusività, giustizia e solidarietà, per il benessere delle persone e dell’ambiente.

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Come possono accademia e imprenditoria lavorare insieme?
Per rendere l’intelligenza artificiale un’infrastruttura di riferimento per il benessere dei cittadini e dell’ambiente, tra l’istituzione universitaria e il mondo imprenditoriale sono necessarie sinergie progettuali e azioni di coordinamento. Questi sforzi devono creare spazi pubblici di discussione per non disperdere le risorse umane, sociali, culturali, economiche e professionali. L’università, con la ricerca, la didattica e il public engagement, deve fornire i fondamenti teorici, le tecniche e le metodologie per applicare l’intelligenza artificiale, contribuendo all’avanzamento delle conoscenze e delle competenze. Ciò include formare professionisti con un profilo spendibile nel mondo del lavoro, promuovendo l’innovazione tecnologica e supportando lo sviluppo economico e sociale. Il mondo imprenditoriale deve diventare protagonista nell’implementazione delle tecnologie artificiali, migliorando la vita quotidiana delle persone, automatizzando attività ripetitive e riorganizzando il tempo per le relazioni interpersonali e i servizi. Un modello organizzativo che valorizza le relazioni tra le persone può generare una governance etica, garantendo un uso sicuro e responsabile delle tecnologie e vantaggi per l’organizzazione sociale e istituzionale delle comunità umane.

Professoressa Russo, a lei l’ultima domanda. È possibile, secondo voi, l’istituzione di un protocollo internazionale che sancisca i limiti di un utilizzo etico dell’Intelligenza artificiale?
Assolutamente sì. Si può istituire un protocollo per l'utilizzo etico dell'IA. Questi protocolli esistono per la ricerca fondamentale in biomedicina e nelle scienze della vita e cognitive. Certamente bisogna accordarsi sui principi di fondo e su delle questioni molto pratiche per decidere che cosa è concesso e che cosa no. Esiste chiaramente la difficoltà di distinguere tra 'sviluppo' ed 'uso' di un sistema AI, ma sono questioni da affrontare, non impedimenti di principio.

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